Il 2 giugno del 1897 nasceva a La Spezia la Lega Navale Italiana.
Allo scopo di diffondere gli ideali e gli obiettivi
della Lega Navale, nel dicembre del 1897, fu pubblicata una prima rivista illustrata
mensile con il titolo La Lega Navale, definita
“Organo della Lega Navale Italiana”.
Nel giugno del 1899 fu indetta la prima
Assemblea Generale della LNI per eleggere il
nuovo comitato centrale, nel quale figuravano come Presidente l’Ammiraglio Emilio Renaud
di Falicon ed altri famosi personaggi tra i quali
il Senatore Prof. G. Capellini, due Deputati al
Parlamento, il Sindaco di La Spezia Giuseppe
Astuto noto scrittore di cose di mare.
In quella data fu approvato il primo Statuto, che all'art. 2 recitava:
Art. 2 L’associazione ha per scopo di esercitare una benefica azione a favore dello sviluppo della nostra marina militare e mercantile, di diffondere in Italia il pensiero navale e l’amore alle
cose di mare e di favorire qualsiasi misura che tenda a migliorare la marineria italiana.
Subito dopo la diffusione dello Statuto, la LEGA NAVALE ITALIANA iniziò a diffondersi su tutto il
territorio nazionale con la nascita e la crescita di nuove Sezioni, come confermano le date a
seguire: Milano (22/06/1899), Roma (18/07/1899), Venezia (17/12/1899), Napoli
(23/04/1900), Firenze (24/04/1900), Genova (06/05/1900), Torino (09/07/1900), Macerata
(09/07/1900), Trapani (13/09/1900), La Spezia (14/11/1900), Portoferraio (10/03/1901),
Taranto (17/03/19001) Viareggio (08/05/1901), Livorno (21/5/1901) e molte altre sparse in
tutta Italia. Anche all’estero furono costituite alcune sezioni: la prima in Egitto, al Cairo, e la
seconda in Argentina, a Rosario.
Nel 1903 la sede Centrale della LNI venne trasferita a Roma.
Eretta a Ente morale con Regio Decreto del 28 febbraio 1907, durante il primo decennio del ‘900, la LNI si occupò di una grande quantità di problemi collegati al mare: unificazione dei servizi marittimi nazionali, riforma del codice della Marina Mercantile, istituzione di navi scuola, pubblicazione dell’Almanacco Navale. Il settore di maggiore impegno rimaneva comunque sempre quello giovanile al quale veniva dedicata ogni forma di attenzione.
Eretta a Ente morale con Regio Decreto del 28 febbraio 1907, durante il primo decennio del ‘900, la LNI si occupò di una grande quantità di problemi collegati al mare: unificazione dei servizi marittimi nazionali, riforma del codice della Marina Mercantile, istituzione di navi scuola, pubblicazione dell’Almanacco Navale. Il settore di maggiore impegno rimaneva comunque sempre quello giovanile al quale veniva dedicata ogni forma di attenzione.
Nel 1914 la LEGA NAVALE ITALIANA organizzò un Congresso Navale Nazionale per portare alla
ribalta e proporre soluzioni per i problemi di interesse marittimo quali la riorganizzazione dei
cantieri navali e degli arsenali, lo sviluppo dell’industria motoristica, l’equilibrata consistenza
tra marina militare e marina mercantile.
Nel primo dopoguerra la Presidenza Nazionale si adoperò soprattutto per la ricostruzione
della Marina Mercantile arrivando a patrocinare la creazione di una società di navigazione,
l’”Esperia”, omologata dal Tribunale di Genova il 28 maggio 1919, i cui utili furono in parte destinati anche al personale navigante a bordo delle navi della Società.
All’ alba degli anni venti iniziò per la LEGA NAVALE ITALIANA un periodo di stagnazione e di crisi che, nel marzo 1927, indusse il Capo del Governo a nominare una Commissione straordinaria, affidandole il compito di provvedere alla riorganizzazione amministrativa e finanziaria dell’Ente ed alla revisione dello statuto sociale. L’8 gennaio del 1929, insoddisfatto dei lavori della Commissione, Mussolini ritenne opportuno che la LNI, prima di avere dei normali organi centrali a norma del nuovo statuto, fosse retta per qualche tempo da un Commissario straordinario individuato nell' On. Achille STARACE. Durante quegli anni, anche per il settore marittimo, il regime rivolgeva la propria attenzione soprattutto verso i giovani allo scopo di interessarli ed iniziarli alle attività legate al mare. Questo modo di procedere era in linea con la convinzione che attraverso la scuola, le organizzazioni sportive e gli altri centri di aggregazione di giovani, come era la LEGA NAVALE, si potesse creare un’educazione politica favorevole al regime.
All’ alba degli anni venti iniziò per la LEGA NAVALE ITALIANA un periodo di stagnazione e di crisi che, nel marzo 1927, indusse il Capo del Governo a nominare una Commissione straordinaria, affidandole il compito di provvedere alla riorganizzazione amministrativa e finanziaria dell’Ente ed alla revisione dello statuto sociale. L’8 gennaio del 1929, insoddisfatto dei lavori della Commissione, Mussolini ritenne opportuno che la LNI, prima di avere dei normali organi centrali a norma del nuovo statuto, fosse retta per qualche tempo da un Commissario straordinario individuato nell' On. Achille STARACE. Durante quegli anni, anche per il settore marittimo, il regime rivolgeva la propria attenzione soprattutto verso i giovani allo scopo di interessarli ed iniziarli alle attività legate al mare. Questo modo di procedere era in linea con la convinzione che attraverso la scuola, le organizzazioni sportive e gli altri centri di aggregazione di giovani, come era la LEGA NAVALE, si potesse creare un’educazione politica favorevole al regime.
Nel 1934 fu pubblicato il nuovo testo dello Statuto nel quale la LEGA NAVALE era definita
“Ente morale a carattere associativo con finalità di interesse pubblico”, nonché unico organo
di propaganda marinara e l'On. STARACE assumeva la carica di Presidente Nazionale. Nel 1939, però, la LNI, come molte altre associazioni allora esistenti, passò alle dipendenze del Partito Nazionale Fascista, al fine di “adeguarne l’attività
all’azione del Regime” e la carica di Presidente Nazionale ritornò nelle mani di un Ammiraglio, l'Amm. Romeo Bernotti.
Allo scoppio del secondo conflitto mondiale i 200.000 iscritti alla LEGA NAVALE furono “mobilitati civilmente”, con decreto del Capo di Governo, ma in realtà, poichè molti soci vennero richiamati a prestar servizio nelle Forze Armate, l’attività sociale dell’organizzazione fu praticamente azzerata.
Alla fine del secondo conflitto mondiale, dopo che la guerra aveva danneggiato le sue sedi
nautiche, distrutto la sua flotta e disperso i suoi Soci, iniziò una fase di ricostruzione e di
rinnovamento per la LEGA NAVALE. Negli anni a seguire videro la luce diverse opere volte a
mantenere vivi la tradizione e lo spirito marinaresco e a diffondere ulteriormente la cultura del
mare, quali per esempio, il manuale Attrezzatura e manovra, un libro di storia La Marina
militare nella seconda guerra mondiale, un volume intitolato Italia Marinara, che, oltre a
fornire cenni storici sull’Associazione, tracciava sinteticamente la storia navale d’Italia,
attraverso i secoli.
Negli anni seguenti tanti furono gli avvenimenti e le iniziative: dalla stampa di nuove
pubblicazioni, quali il Dizionario Marinaro del 1955, alla partecipazione di soci alle regate
internazionali e ad avventure in solitario, alle iniziative intraprese a seguito dell'accresciuta
richiesta di istruzione velica. Si passa così dalla storia alla realtà odierna della LEGA NAVALE
ITALIANA, come “Ente di diritto Pubblico” ed “Ente pubblico preposto a servizio di pubblico
interesse” posto sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica. Il suo attuale statuto pone come finalità, quella di diffondere, in
particolare fra i giovani, l’amore per il mare e la conoscenza dei problemi marittimi, di favorire
la tutela dell’ambiente marino e delle acque interne, di sviluppare e promuovere iniziative
culturali, didattiche, naturalistiche e sportive, in particolare la pratica del diporto nautico.
In questi 118 anni di Storia, il Presidente Nazionale è sempre stato, con la sola eccezione del decennio 1929-1939, un' Ammiraglio proveniente dal Servizio attivo della Marina Militare Italiana, vuoi perché eletto dall' Assemblea vuoi perchè proposto dallo Stato Maggiore della Marina al quale ne hanno sempre demandato l'onere gli Statuti che, dal dopoguerra, hanno regolato la vita associativa della LNI.
Nel solco della tradizione sopra delineata, il Consiglio dei Ministri n. 22 del 30 Giugno 2014 deliberava la nomina dell' Ammiraglio di Squadra Giuseppe Lertora a Presidente della Lega Navale Italiana, a seguito del parere favorevole espresso dalle commissioni parlamentari competenti. Per il successivo iter di formalizzazione della nomina, prevista con Decreto del Presidente della Repubblica, veniva richiesta all'Ammiraglio Lertora una dichiarazione di accettazione dell'incarico a titolo gratuito ai sensi del D.L. 90/2014 -cd. decreto Madia- pubblicato in data 24 giugno 2014 che aveva disposto il divieto, per le Amministrazioni Pubbliche esclusi gli Organi Costituzionali, di assegnare incarichi dirigenziali, a titolo oneroso, a personale in quiescenza, prevedendone la possibilità esclusivamente a titolo gratuito.
La dichiarazione di accettazione, prontamente rilasciata dall' Ammiraglio Lertora in data 16 Luglio 2014, non veniva ritenuta sufficiente in considerazione delle modifiche introdotte in sede di conversione in legge del D.L. che riducevano il periodo di gratuità a massimo un anno ed escludevano esplicitamente, tra l'altro, gli incarichi negli organi collegiali elettivi degli Enti di natura associativa non gravanti sul bilancio dello Stato.
Evidentemente, nonostante la natura associativa che caratterizza la Lega Navale e di Ente Pubblico che non grava sul bilancio dello Stato e nonostante che la nomina in questione fosse competenza di Organo Costituzionale, considerazioni di ordine diverso devono aver indotto a richiedere in data 15 settembre 2014, all' Ammiraglio Lertora, una nuova dichiarazione di accettazione a titolo gratuito limitatamente ad un periodo di un anno.
In data 10 Novembre 2014, confermando la piena disponibilità alla gratuità dell'incarico, l'Ammiraglio Lertora, riteneva però doveroso rinunciare all'incarico a causa della limitatezza del periodo, valutato non idoneo a garantire l'effettività dell'azione dirigenziale e a ricondurre, invece, la posizione di Presidente a mera figura simbolica.
In risposta all'interrogazione parlamentare 4-06764 presentata in data 6 Novembre 2014 dall' On. Brandolin, il Ministro della Difesa in data 5 Febbraio 2014, nel ricordare che i contributi pubblici ricevuti dalla Lega per gli anni 2010-2013 non consentivano di catalogare l'Ente come non gravante sulla finanza pubblica, confermava sostanzialmente che l'iter era stato interrotto a causa del D.L. 90/2014 e alla rinuncia da parte dell'interessato.
Nella medesima risposta si rendeva noto che la Marina Militare stava formalizzando una nuova designazione ai sensi degli art. 69 e seguenti del DPR 90/2010 e in linea con le nuove disposizioni.
In data 4 Marzo 2015, il Ministro della Difesa incontrava una rappresentanza dei nostri Delegati Regionali e in data 9 Marzo 2015 la Marina Militare formalizzava una nuova candidatura per la carica di Presidente Nazionale per la quale, alla data odierna, non risulta ancora avviato il previsto iter procedurale.
La situazione, che ha evidentemente generato una serie di conseguenze sulla gestione delle attività istituzionali dell' Ente tra le quali rilevano:
-l'impossibilità di convocare il Consiglio Direttivo Nazionale e l'Assemblea Generale dei Soci per adempiere alle attribuzioni spettanti a mente dello Statuto;
-l'impossibilità di approvare e deliberare il bilancio preventivo 2015 e il rendiconto consuntivo 2014;
-l'interruzione della pubblicazione della rivista "Lega Navale";
-l'impossibilità di aggiornare il Piano triennale per la prevenzione della corruzione e dell'illegalità;
-l'impossibilità di approvare i regolamenti previsti dall'art. 2 comma 2bis del D.L. 101/2013 previsti per gli Enti di natura associativa che non gravano sulla finanza pubblica;
-l'impossibilità di dar vita a nuove strutture periferiche o di modificarne la classificazione o di commissariarle o di sopprimerle;
-l'impossibilità di convalidare le composizioni degli Organi collegiali periferici rinnovatisi dal maggio 2014 ad oggi,
impone che alla problematica venga trovata soluzione per evitare ulteriore nocumento alle attività di pubblico interesse che la Lega Navale Italiana svolge ormai da oltre un secolo.
Nel solco della tradizione sopra delineata, il Consiglio dei Ministri n. 22 del 30 Giugno 2014 deliberava la nomina dell' Ammiraglio di Squadra Giuseppe Lertora a Presidente della Lega Navale Italiana, a seguito del parere favorevole espresso dalle commissioni parlamentari competenti. Per il successivo iter di formalizzazione della nomina, prevista con Decreto del Presidente della Repubblica, veniva richiesta all'Ammiraglio Lertora una dichiarazione di accettazione dell'incarico a titolo gratuito ai sensi del D.L. 90/2014 -cd. decreto Madia- pubblicato in data 24 giugno 2014 che aveva disposto il divieto, per le Amministrazioni Pubbliche esclusi gli Organi Costituzionali, di assegnare incarichi dirigenziali, a titolo oneroso, a personale in quiescenza, prevedendone la possibilità esclusivamente a titolo gratuito.
La dichiarazione di accettazione, prontamente rilasciata dall' Ammiraglio Lertora in data 16 Luglio 2014, non veniva ritenuta sufficiente in considerazione delle modifiche introdotte in sede di conversione in legge del D.L. che riducevano il periodo di gratuità a massimo un anno ed escludevano esplicitamente, tra l'altro, gli incarichi negli organi collegiali elettivi degli Enti di natura associativa non gravanti sul bilancio dello Stato.
Evidentemente, nonostante la natura associativa che caratterizza la Lega Navale e di Ente Pubblico che non grava sul bilancio dello Stato e nonostante che la nomina in questione fosse competenza di Organo Costituzionale, considerazioni di ordine diverso devono aver indotto a richiedere in data 15 settembre 2014, all' Ammiraglio Lertora, una nuova dichiarazione di accettazione a titolo gratuito limitatamente ad un periodo di un anno.
In data 10 Novembre 2014, confermando la piena disponibilità alla gratuità dell'incarico, l'Ammiraglio Lertora, riteneva però doveroso rinunciare all'incarico a causa della limitatezza del periodo, valutato non idoneo a garantire l'effettività dell'azione dirigenziale e a ricondurre, invece, la posizione di Presidente a mera figura simbolica.
In risposta all'interrogazione parlamentare 4-06764 presentata in data 6 Novembre 2014 dall' On. Brandolin, il Ministro della Difesa in data 5 Febbraio 2014, nel ricordare che i contributi pubblici ricevuti dalla Lega per gli anni 2010-2013 non consentivano di catalogare l'Ente come non gravante sulla finanza pubblica, confermava sostanzialmente che l'iter era stato interrotto a causa del D.L. 90/2014 e alla rinuncia da parte dell'interessato.
Nella medesima risposta si rendeva noto che la Marina Militare stava formalizzando una nuova designazione ai sensi degli art. 69 e seguenti del DPR 90/2010 e in linea con le nuove disposizioni.
In data 4 Marzo 2015, il Ministro della Difesa incontrava una rappresentanza dei nostri Delegati Regionali e in data 9 Marzo 2015 la Marina Militare formalizzava una nuova candidatura per la carica di Presidente Nazionale per la quale, alla data odierna, non risulta ancora avviato il previsto iter procedurale.
La situazione, che ha evidentemente generato una serie di conseguenze sulla gestione delle attività istituzionali dell' Ente tra le quali rilevano:
-l'impossibilità di convocare il Consiglio Direttivo Nazionale e l'Assemblea Generale dei Soci per adempiere alle attribuzioni spettanti a mente dello Statuto;
-l'impossibilità di approvare e deliberare il bilancio preventivo 2015 e il rendiconto consuntivo 2014;
-l'interruzione della pubblicazione della rivista "Lega Navale";
-l'impossibilità di aggiornare il Piano triennale per la prevenzione della corruzione e dell'illegalità;
-l'impossibilità di approvare i regolamenti previsti dall'art. 2 comma 2bis del D.L. 101/2013 previsti per gli Enti di natura associativa che non gravano sulla finanza pubblica;
-l'impossibilità di dar vita a nuove strutture periferiche o di modificarne la classificazione o di commissariarle o di sopprimerle;
-l'impossibilità di convalidare le composizioni degli Organi collegiali periferici rinnovatisi dal maggio 2014 ad oggi,
impone che alla problematica venga trovata soluzione per evitare ulteriore nocumento alle attività di pubblico interesse che la Lega Navale Italiana svolge ormai da oltre un secolo.
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